(fonte IlFattoquotidiano)
L’iniziativa dell’agenzia di comunicazione pugliese BeShaped per sensibilizzare sulla consultazione del prossimo 17 aprile. A essere contestato il messaggio e il logo con una donna a quattro zampe. Rimosso il responsabile dopo le critiche. La condanna dei comitati No Triv: “Fatto gravissimo”
Ebbene, siamo ormai agli sgoccioli per quanto riguarda il prossimo referendum e, soprattutto sui social media, si accusa la stampa ed i media di non dar sufficiente spazio all’informazione per il referendum. Quello che, invece, nelle ultime ore ha suscitato le ire del web, soprattutto del mondo femminista, è il nuovo brand rilasciato dall’agenzia di comunicazione BeShaped, incaricata di produrre il marchio per la campagna di sensibilizzazione del ‘Sì’ al referendum.
L’immagine tanto contestata è stata affiancata dall’hashtag #trivellatuasorella e vede una figura femminile carponi vicino la trivella. Nonostante i soliti burloni del web abbiano iniziato, dal principio, a fare battute sul nome della campagna, criticata dai più, il marchio visivo in sé ha disturbato non poco l’opinione delle femministe che hanno attaccato pesantemente la società ideatrice del logotipo.
Anche l’idea che vogliono trasmettere con questo logo è alquanto brutale; infatti, l’intento è quello di paragonare la trivellazione oceanica come ad una violenza sessuale subita da una donna, cosa che non è stata presa di buon grado dal popolo del web che, quasi istantaneamente, ha iniziato a lamentarsi della strumentalizzazione politica di un fenomeno in forte aumento nel mondo e del quale si sta cercando di occupare, ovvero la violenza sulle donne.
Chi chiede il ‘Sì’ al prossimo referendum del 17 aprile, in sostanza, chiede di impedire alle società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane senza limiti di tempo. Attualmente, comunque, è già impossibile ottenere nuove concessioni e, quindi, le società che già stanno estraendo petrolio e gas dai fondali marini dovranno smettere progressivamente fino alla naturale scadenza della concessione, senza aspettare che il giacimento si esaurisca naturalmente, prelevando petrolio e gas dallo stesso.
(fonte IlFattoquotidiano)